Bakkhulides
Bakkhulìdes
Bakkhulìdes era nipote di Simonides,
e fu quasi coetaneo di Pindaros. Era nato a Iuli [isola di Ceo]
come Simonides, nel c.516- (morì nel c.451-). Poetò
in concorrenza con Pindaros per tutta la vita. La sua produzione
può essere distinta in varie fasi: quella trascorsa in
Tessaglia e Macedonia, quella ateniese, quella siracusana alla
corte di Gerone insieme a Pindaros. Seguì l'esilio nel
Peloponneso, per ragioni ignote, ma probabilmente politiche, e
il ritorno in patria. Nel 452- cantò nel sesto epinicio
la vittoria del concittadino Lacone a Olimpia: dopo questa data
non abbiamo più sue notizie.
Compose epinici, ditirambi, inni, parteni.
Una vasta produzione poetica che i filologi alessandrini divisero
in dieci libri. Ne restavano solo una cinquantina di frammenti
quando nel 1897 due papiri egiziani ci hanno restituito gli epinici
e i ditirambi. Oggi possiamo così leggere quasi un terzo
dell'opera di B.: 14 epinici e 5 ditirambi, anche se lacunosi.
La struttura degli epinici di Bakkhulides è analoga a quella
di Pindaros, dove il mito occupa la parte centrale. Particolarmente
importante l'epinicio per Gerone, vincitore a Olimpia nel 468-.
Tra i ditirambi, canti lirico-corali di contenuto narrativo, sono
da ricordare i due dedicati alla saga di Teseo.
Bakkhulides è più decorativo
e fiabesco di Pindaros nella trattazione dei miti e delle gare,
a volte inserisce nel suo epinicio un evento storico.
Contesto storico
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