Esiodos 
            
             
             
               
                
                   Esiodos 
                
                 
                Con Esiodos siamo in un periodo successivo ai poemi omerici, intorno 
                forse al 700 (-). E' Esiodos il primo autore di cui possiamo certificare 
                una esistenza biografica, stando quanto egli stesso ci ha lasciato 
                di sé nella sua opera. E' dunque il primo autore della 
                letteratura "greca" ed "europea": al di fuori di questi dati noi 
                oggi non apprezziamo molto altro. 
                 
                Esiodos era forse nativo di Ascra [Beozia], posteriore a Omero. 
                Lo si colloca tra VIII e VII secolo (-). Trascorse tutta la vita 
                nel podere lasciatogli dal padre, un mercante che proveniva dall'Asiaminore. 
                Solo una volta lasciò il suo villaggio per partecipare 
                a una gara poetica a Calcide [Eubea]. 
                 
                La sua lingua era un eolico misto a forme doriche, ma adottò 
                lo ionico, lingua resa illustre letterariamente dai poemi omerici. 
                 
                Nella  Teogonia (Theogonìa), poema in 1022 esametri 
                in dialetto ionico, realizza il primo tentativo cosciente di una 
                sistemazione del patrimonio mitico-religioso. Il poema contiene 
                prima l'origine dell'universo, poi l'enumerazione delle generazioni 
                degli dèi corrispondenti ai tre periodi della storia del 
                mondo (Urano, Kronos, Zeus). Vi sono intercalati sei episodi: 
                nascita di Afrodite, l'episodio di Stige, inno ad Ecate, nascita 
                di Zeus, mito di Prometeo, Titanomachia. La "Teogonia" conserva 
                le tracce dell'antica tradizione poetica trasmessa dai rapsodi 
                elaborando una sua interpretazione, in chiave poetica ma non irrazionale, 
                dell' origine del mondo e degli dei. Gli elementi primordiali 
                hanno una duplice fisionomia (principio fisico e figura divina): 
                Gea è la terra, Urano il cielo, Ponto il mare ecc. 
                Secondo le interpretazioni, sembrerebbero non autentici i versi 
                dal 964 in poi, da considerarsi una aggiunta rapsodica. Non sarebbero 
                autentici: la seconda parte della Titanomachia, la descrizione 
                del Tartaro, il racconto della lotta contro Tifeo. 
                Importante è il proemio alle Muse, in cui Esiodos oppone 
                la sua poesia che canta al verità a quella omerica che 
                cantava menzogne simili alla verità.  
                Nella sua compilazione genealogica, Esiodos utilizzò varie 
                fonti, per noi di difficile scernimento: certamente Omero, ma 
                anche probabilmente inni, "ie'roi 'logoi" e tradizioni di ogni 
                genere. 
                 
                 Le opere e i giorni è un poema in 828 esametri, 
                che raccoglie norme per l'agricoltura e la navigazione, tratta 
                i problemi della convivenza e della vera giustizia. Vi dimostra 
                per mezzo di miti favole proverbi insegna- menti tecnici, che 
                l'unica salvezza sta nel lavoro assiduo e ben fatto, nella rettitudine, 
                nella fede in un equo ordine divino garantito da Zeus. Il lavoro 
                è attività che ha un significato religioso e morale, 
                dà dignità all'uomo, lo inserisce nel sistema ordinato 
                della giustizia. 
                Esiodos riconduce alla dimensione morale della realtà umana 
                i fatti della vita e della storia che la tradizione collocava 
                in una sfera mitica e eroica. 
                Le "Opere" sono anche una delle fonti principali per la conoscenza 
                delle condizioni sociali della Grecia dell'VIII\VII secolo (-). 
                E' il primo esempio di poema didascalico. 
                 
                Non autentiche sono altre opere attribuite a Esiodos: 
                
                  - - Catalogo delle donne, serie di leggende sulle donne amate 
                    dagli dei, di cui restano pochi frammenti; 
                  
 - - Lo scudo, poemetto in 480 esametri sulla lotta di Eracle 
                    contro il bandito Cicno. Allo scudo di Eracle è dedicata 
                    una lunga descrizione, sulla scorta di quella omerica dello 
                    scudo di Achille. 
                
  
                 
                Esiodos vive nel mondo periferico e contadino della Beozia. E 
                appartato egli ci appare anche alla luce di ciò che della 
                successiva produzione è rimasta, e che in fondo ha poco 
                a che fare con il tipo di produzione esioidea. Egli però 
                imposta alcuni grossi problemi che saranno propri anche della 
                produzione successiva. 
                Già nei due poemi omerici c'erano spunti riguardanti la 
                garanzia divina dell'ordine sociale. Esiodos esplicitò 
                questo problema, in connessione con i suoi problemi personali: 
                il problema del rapporto tra legge divina e giustizia (e più 
                spesso ingiustizia) umana. Esiodos non si interessò di 
                faccende eroiche, ma cercò nel mito una spiegazione della 
                realtà, anche attraverso una ricostruzione "genealogica" 
                della serie delle divinità. Il suo problema è la 
                realtà, si rivolge didascalicamente al suo pubblico di 
                piccoli agricoltori, a cui dà consigli. 
                Mentre nei poemi omerici l'aedo ha funzione rievocante un mondo 
                dell'eroismo e dell'esotico, mondo favoloso e arguto, con Esiodos 
                la funzione dell'autore è quella di essere parte del gruppo 
                sociale, ricercatore che pone il proprio bagaglio di esperienze 
                ricavate all'interno della società stessa, al servizio 
                del proprio gruppo. 
                 
                Contesto storico 
              
             
            
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