Storia della letteratura europea - Torna in homepageAree extraeuropee tra il II e il I secolo (-)


Aree extraeuropee tra il II e il I secolo (-)

Cina

E' la Cina a costituire il cuore culturale dell'umanità. Nel 206-/220+ la Cina è sottoposta alla dinastia Han. L'autocrazia fonda un'alleanza con la classe dei letterati. Nel 124- sono istituiti gli esami di stato per il reclutamento dei funzionari. L'ideologia ufficiale si fissa nell'ortodossia confuciana, mentre l'impero si stende in ampiezza e potenza.
La letteratura dell'epoca Han produce soprattutto grandi opere storiche grazie a Ssu-ma Ch'ien e Pan Ku; opere fondamentali di esegesi dei classici e sistemazione filosofica con Liu Hsiang (79\8-), Liu Hsin (morto nel 23+), Tung Chung-shu (172\105-) fondatore dell'ortodossia. Oppositori al pensiero ufficiale sono Yang Hsiung, e Wang Ch'ung autore geniale della Bilancia delle discussioni (Lung heng).
Il Dizionario analitico dei caratteri (Shuo-wen chieh-tzu) di Hsü Shen è il primo dizionario.
Ssu-ma Ch'ien nacque a Lung-men [Shensi] nel 145- (morì nel 79-). Dopo una fanciullezza e giovinezza nello studio, secondo l'uso dei letterati del tempo, viaggiò nelle nuove province di Szechwan e Yunnan. Nel 110- successe al padre Ssu-ma T'an nella carica di "grande astrologo" alla corte dell'imperatore Wu-ti (141\87-), carica non rilevante ma che gli consentì l'accesso agli archivi imperiali. Si accinse a proseguire l'opera di compilazione storica sulla Cina già iniziata dal padre e che gli era stata affidata in punto di morte con il compito di terminarla. Nel 98- perse il favore della corte imperiale per essersi opposto alla condanna a morte del generale Li Ling, accusato di tradimento perché sconfitto e fatto prigioniero dagli Hsiung-nu, nonostante il valore mostrato in battaglia. Fu punito per insubordinazione con l'evirazione. Contrariamente alle consuetudini del tempo però, non si uccise. Potè così ultimare la grande opera.
Le Memorie di uno storico (Shih-chi) pongono le fondamenta della storiografia cinese. Dato il carattere annalistico delle precedenti opere storiche, è la prima storia della Cina in senso proprio. Tratta la storia della Cina dalle origini leggendarie fino alla unificazione a opera dei Ch'in e degli Han, giungendo fino al c.90-. Sono 130 capitoli, divisi in cinque parti:
  • - 12 annali basilari ("pen-chi"), scarna esposizione cronologica della successione degli eventi politici e degli atti ufficiali, in relazione agli anni di successione dei sovrani;
  • - 10 tavole cronologiche ("piao"), comprendenti tavole genealogiche e cronologiche delle dinastie regnanti e delle corti feudali;
  • - 8 studi ("shu", libri), trattati monografici su argomenti ritenuti fondamentali per la buona gestione del governo: riti, musica, calendario, astronomia ecc.;
  • - 30 "shih-chia", monografie sulle più importanti famiglie della Cina feudale e del periodo Han;
  • - 70 biografie diverse ("lieh-chuan") dedicati a personaggi celebri, incluso l'autore. Vi sono inoltre monografie descrittive di popoli e paesi stranieri, di estremo interesse storico.
S. usa uno stile piano ed elegante. Attinse a diverse fonti storiche e letterarie, di cui resta oggi l'unica testimonianza. Nella sua opera usò anche fonti orali, sempre citandone la provenienza, oltre che di notizie desunte direttamente dai suoi numerosi viaggi attraverso la Cina, che lo spinsero a verificare e spesso a modificare quanto in precedenza noto. In S. è la preoccupazione per l'esposizione puntuale dei fatti e il rispetto rigoroso delle fonti, più che il desiderio di imprimervi l'impronta di una interpretazione personale.
Si tratta della fonte principale di conoscenza della storia antica cinese, principale opera in prosa della dinastia Han [In europa, circa 1/3 dell'opera è stata tradotta ne: Les mémoires de Ssu-ma Ts'ien / E. Chavannes. - Paris, 1895-1905]. Pur non trattandosi di un'opera ufficiale, servì da modello fondamentale alle successive 25 storie dinastiche ufficiali, che ciascuna dinastia al potere faceva compilare relativamente a quella che aveva deposto.
La poesia vede esercitazioni di stile, spesso virtuosistiche; la presenza di contenuti taoisti rivela l'eclettismo degli autori. Grande sviluppo ha il fu, recitativo ritmato che trae origine dai "Ch'u tz'u", e che in seguito si definirà come genere distinto di poesia. Il maggior poeta dell'epoca è considerato Ssu- ma Hsiang-ju. Le canzoni di origine popolare, in prevalenza del nord, vengono raccolte dall'Ufficio della musica (Yüeh fu).
Ssu-ma Hsiang-ju era nato a Chengtu nel 179- (morì nel 117-). Prima di diventare famoso ebbe una vita avventurosa, fece vari mestieri. Un suo "fu" intitolato Il signor Nulla (Tzu-hsü) piacque tanto all'imperatore Wu che volle conoscerne l'autore e lo ammise a corte. Sua moglie fu la poetessa Che Wen- chün, autrice di apprezzati "yüeh-fu", genere più semplice e popolare del "fu" e destinato al canto.
Ssu-ma Hsiang-ju fu uno dei più celebrati poeti della dinastia Han, compose "fu" dalla straordinaria ricchezza di vocabolario, definiti dai contemporanei "divini". Tra i più famosi: Il parco superiore (Shang-lin) descrizione delle magnifiche cacce imperiali; La bella (Mei-jen) è una specie di trattato sulla bellezza femminile; Il gigante (Ta-jen).

India

In India continua la tradizione orale, di diffusione trasmissione e elaborazione che porterà al corpus del "Mahabharata". Al I secolo (-) e precisamente al brahmano Valmiki la tradizione attribuisce uno dei capisaldi della letteratura mondiale, Le gesta di Rama (Ramayana). Si tratta di un poema epico, scritto in sanscrito e diviso in sette libri per un totale di 24 mila distici. E' incerta l'autenticità del primo e dell'ultimo libro. I cinque libri centrali invece, tranne qualche ritocco subito nel corso dei secoli, presentano una concezione e una struttura unitari.
Si narra di Dasaratha re di Ayodhya, che ha avuto dalle sue tre mogli tre figli: Rama, Bharata e Laksmana. Ormai vecchio, designa come successore Rama, amato dal popolo e sposo di Sita. Ma la madre di Bharata ottiene da Dasaratha che Rama vada in esilio per 14 anni e al suo posto vada sul trono Bharata. Bharata, morto Dasaratha, rifiuta la successione e governa come reggente di Rama che, per rispettare la parola del padre si è allontanato con la moglie e l'altro fratello nella foresta. Qui imperversano demoni antropofagi che vengono sterminati da Rama e Laksmana. Ma il loro re Ravana, un maligno mostro con dieci teste, rapisce Sita e la porta prigioniera nella sua isola di Lanka (= Ceylon), minaccia di ucciderla se non cede alle sue voglie: la principessa resiste impavida. Rama si rivolge al re delle scimmie Surgriva che, con l'aiuto del dio del mare, fa costruire un ponte attraverso l'oceano. Grazie al ponte Rama raggiunge l'isola, uccide Ravana in duello, libera Sita. Terminato l'esilio, Rama sale al trono di Ayodhya dopo che Sita si è sottoposta alla prova del fuoco per dimostrare di aver conservato la purezza.
Ricco di umanità, di sentimenti delicati, di spirito cavalleresco, di amore per la natura, "Le gesta di Rama" ha avuto una larga diffusione regionale, grazie anche alle numerosissime versioni e imitazioni nei diversi dialetti e lingue. La lingua originaria è piana, a tratti con raffinatezze descrittive che saranno riprese da poeti posteriori, contribuendo alla formazione dello stile kavya.

Egitto

La produzione culturale egiziana continua, in parte influenzata dall'ellenismo. Al Secondo Secolo risale la stele di Tell Basta. Datata 238 avanti Cristo, di granito grigio, alta 99 centimetri, rinvenuta accanto a una statua che raffigura una figlia-moglie di Ramesse II, riporta un «decreto canubiano» del periodo (246-221) di Tolomeo III Evergete con iscrizioni in tre lingue: greco antico, demotico e geroglifico. Si tratta di una stele, più antica della famosa stele di Rosetta utilizzata dall'archeologo Champollion per decifrare l'antica scrittura egiziana. E' stata scoperta a Tell Basta (Bubasti), una delle antiche capitali del delta del Nilo da una missione archeologica tedesco-egiziana.

Indice del -II secolo

[1997]

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