Verifica: echi della generazione dimenticata in Tondelli


Verifica: echi della generazione dimenticata in Tondelli

La poetica di Pier Vittorio Tondelli presenta caratteristiche estremamente personali, accompagnate da una buona dose di elasticità, come dimostrano gli evidenti mutamenti (non solo a livello contenutistico, ma soprattutto di stile) avvenuti nei dieci anni intercorsi tra la pubblicazione di Altri libertini e quella di Camere Separate. All'autore non appartiene infatti un concetto statico di letteratura, dal momento che questa è in intima connessione con la vita, di cui traduce le esperienze e le "impressioni".

Al vuoto concettualistico della neoavanguardia [1] si oppone quindi la ripresa del soggetto e della società nei suoi umori più inconsci, e talora più estremi. Viene in mente Paris [2] , che con il suo Cani sciolti ha anticipato il romanzo generazionale italiano (da intendersi non come romanzo di formazione bensì rifiuto della formazione). Come vedremo meglio i seguito, altri temi comuni agli scrittori dimenticati sono la crisi dell’ideologia, il ribellismo, la riproposta della provincia.

All'inizio io ero preso come uno sperimentale. Mah... Certo lavoravo sul linguaggio, ma non ho mai nutrito un'idea di letteratura algidamente sperimentale e combinatoria. C'era del pathos, dentro. C'era della pietà in quei racconti, del sangue. [3]

Di contro alla programmatica progettualità linguistica del "Gruppo '63" [4] , Tondelli, come pure gli scrittori della sua generazione, frequentano con naturalezza la lingua del parlato, del quotidiano, la «lingua d'uso» [5] . In questa naturalezza sta una delle maggiori differenze rispetto alla generazione dimentica, che si allontanava dalla lingua codificata per sfida e a volte con sofferenza: basti pensare alla Rosselli [6] , di cui Pasolini scriveva, in un Menabò del 1963: “[la sua] lingua è dominata da qualcosa di meccanico: emulsione che prende forma per conto suo, imposseduta, come si ha l'impressione che succeda per gli esperimenti di laboratorio più terribili, tumori, scoppi atomici. [...]. Sicché la lingua magma - la terribilità - è fissa in forme strofiche tanto più chiuse e assolute quanto più arbitrarie.". Aggiunge Pier Vittorio Mengaldo: "scrittura-parlato intensamente informale in cui per la prima volta si realizza quella spinta alla riduzione assoluta della lingua della poesia a lingua del privato".

Tuttavia Tondelli, seppure svincolato dalla ricerca fine a se stessa di forme stilistiche singolari ed assolute, non sembra rinunciare ad imbarcarsi nell'"avventura dello scrivere". È il vissuto proprio e generazionale (come è stato notato per Altri libertini) ad essere rappresentato in quanto lingua e linguaggio e non solo contenuto; la scrittura, non più freddamente controllata, è testimonianza di una vita, con cui stabilisce una continuità emotiva. Se in Altri libertini lo stile è caratterizzato da «una lingua gergale, rabbiosa e dura, abbrutita e stonata, che mima i ritmi franti e sballati della droga e dell'astinenza» [7] , in Camere Separate la prosa è pacata e meditativa, in relazione all'esigenza di dar voce a sentimenti intimi e dolorosi [8] .



[1] Secondo A. Guglielmi la neoavanguardia non può far altro che comunicare < la negazione della comunicazione esistente», ovvero compiere una mimesi diretta del caos, cioè una riproduzione immediata ed enfatizzata della mancanza di significato, dell'inautenticità della comunicazione normale (sia riproducendo lacerti di comunicazione quotidiana apparentemente dotati di significato, di cui evidenziare la banalità, svelare l'insignificanza; sia fornendone un equivalente provocatorio, un coacervo di parole preso poco meno che a caso).

[2] Cani sciolti (‘73), romanzo di Renzo Paris, tradisce, come la sua poesia di Album di famiglia , evidentemente una scissione dell’io non ricomponibile, mentre è tra i primi ad usare un linguaggio corrente, seppur mediato dalla lezione moraviana; ed è soprattutto l’unico in assoluto che tratta della generazione del ‘68, e della successiva storia di un suo protagonista dal ‘75 al ‘77, sino al ricordo di Cattivi soggetti negli anni ‘80.

[3] Fulvio Panzeri - Generoso Picone, Tondelli. Il mestiere di scrittore, cit., p. 72. Prosegue ancora Tondelli: «Chi dovesse continuare ad applicare la pura lezione sperimentalista per me risulta vecchio e anacronista. Altri libertini si ribellava proprio contro questa sotto-cultura. E lo faceva in modo ironico e scanzonato».

[4] Che si estenuava nell’elaborazione di soluzioni formali radicali: asintattismo, asemanticità, parole in libertà, parole casualmente radunate e disposte sulla pagina, reperti del mondo della comunicazione (di massa e non: dallo slogan pubblicitario alla citazione televisiva, dal più recente anglismo al più remoto frammento lessicale delle lingue morte, ecc.), pratica del nonsense, uso ludico del significante (cioè dei puri e semplici corpi fonici delle parole), rifiuto del significato.

[5] «[...] i componenti del Gruppo concentrano la loro attenzione sulla lingua e sulla struttura formale, il contenuto scompare o diventa pretestuoso. [...] Quella del Gruppo è infatti una produzione fatta di aura e teoria, un'operazione-manifesto come è tipico delle avanguardie; in altre parole una "letteratura da non fruire" che nei suoi ardui giochi compositivi si sottrae consapevolmente e polemicamente al consumo del lettore medio». Cfr. Stefano Tani, Il romanzo di ritorno. Dal romanzo medio degli anni sessanta alla giovane narrativa degli anni ottanta, Torino, Mursia, 1990, p. 34.

[6] Amelia Rosselli (1930-1996), autrice tra l’altro di Variazioni Belliche, 1964, Garzanti; La libellula, 1969, ristampa 1985), Milano, Sellerio, con uno scritto di Pier Paolo Pasolini; Antologia poetica, 1987, Giacinto Spagnoletti Editore; Le poesie, 1998,  E.Tandello ed., Milano:Garzanti.

[7] Ibid., p. 200.

[8] «Ogni romanzo che si scrive è un'avventura unica che ha bisogno di un proprio stile, di un proprio tempo di narrazione, di una propria durata. Bisogna anche saper dimenticare quello che si è già scritto per cercare il nuovo, e molte volte ci si deve anche lasciare andare al proprio istinto di narratore», in Fulvio Panzeri - Generoso Picone, Tondelli. Il mestiere di scrittore, cit., pp. 43-44.

 

La generazione invisibile: letteratura dimenticata degli anni Settanta, di Imola Giannini

1. La generazione invisibile
2. Un catalogo incompleto
3. Verifica: echi della generazione dimenticata in Tondelli
4. Anticlassico
5. Niente petite musique
6. Camere separate
7. Il caos ordinato
8. Bibliografia: le opere di Tondelli

Contesto:
* L'Italia dopo il 1945

 


Homepage | Dizionario autori | Autori aree linguistiche | Indice storico | Contesto
 [Up] Inizio pagina | [Send] Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa questa pagina | [Email] Mandaci una email | [Indietro]
Antenati Europa - la storia della letteratura europea online - Vai a inizio pagina © Antenati 1984-2003, an open content project